L’aria che ti manca, il cuore che batte sempre più forte, i tremori continui, la costante paura di perdere il controllo, il dolore al petto e il casino in testa. Questo è ciò che accade durante un attacco di panico. Ad occhi esterni può facilmente sembrare qualcosa di occasionale, passeggero, nulla di che insomma. Ma chi ne soffre o ne ha sofferto in prima persona, ha sempre descritto questi attacchi come un’esperienza davvero terribile. È un giorno qualsiasi, vai a lavoro, a scuola, stai in compagnia dei tuoi amici, e mentre tranquillamente parli e ti diverti, inizi a sentirti soffocare, una scarica di brividi ti invade e la paura di non farcela, la paura di morire, aumenta sempre di più.
I sintomi degli attacchi di panico, quindi, riguardano maggiormente un aspetto psicologico. Questi hanno un inizio improvviso e raggiungono molto velocemente l’apice. Tali attacchi vengono spesso associati a periodi di grande stress o a traumi, ma molto frequentemente capita che chi è soggetto ad un singolo attacco di panico inizia a soffrirne costantemente.
Gli individui con disturbo di panico mostrano spesso grandi preoccupazioni sulle implicazioni o le conseguenze di questi ultimi, e la paura di poterne avere un altro a breve, rende molto più veloce il suo arrivo. Questo porta i pazienti a ritrovarsi immischiati in un circolo vizioso e spesso a sviluppare una vera e propria “Agorafobia” ossia l’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni da cui risulterebbe complicato o imbarazzante allontanarsi per tale motivo, o nel quale potrebbe non essere disponibile un aiuto in caso di un attacco improvviso di panico.
Questo però porta il paziente a evitare tali luoghi e ciò lo porta ad una situazione in cui viene definito “schiavo del panico”. Successivamente, a questo può seguire un senso di frustrazione dovuto al sentirsi e anche un po’ all’essere “dipendente dagli altri” e ciò può condurre il soggetto a non mangiare, non dormire o perfino ad un vero e proprio stato di depressione secondaria.
I sintomi che caratterizzano gli attacchi di panico sono tanti ma non sono tutti necessari affinché si tratti proprio di questo. Alcuni individui, infatti, presentano attacchi frequenti, che si manifestano continuamente per mesi (anche tutti i giorni), ma con sintomi molto più leggeri rispetto ad altri che ne soffrono, ad esempio, una volta a settimana ma i quali sintomi sono molto più pesanti perché come se accumulati nel tempo. Nella cura degli attacchi di panico la scienza ha dimostrato che la tecnica psicoterapeutica più efficace è quella “cognitivo-comportamentale”: una psicoterapia relativamente breve, solitamente a cadenza settimanale. Durante la terapia il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del problema. Insieme al terapeuta, il paziente si concentra infatti sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura degli attacchi di panico, ciò con l’intento di spezzare i circoli viziosi del disturbo. Alla terapia vengono spesso affiancati farmaci (il quale utilizzo è sconsigliato se utilizzati come unica cura). Questi sono principalmente benzodiazepine e antidepressivi i quali effetti sono efficaci per la cura di tale problema e, soprattutto oggi, con l’evoluzione della scienza e della medicina, risultano essere molto meno privi di effetti collaterali rispetto a tanti altri farmaci. Per esempio gli IMAO che, pur essendo farmaci molto potenti, sono caduti in discussione e successivamente in disuso per i gravi effetti collaterali che possono presentare in caso di contatto con particolari tipi di molecole o nel momento in cui non venissero seguite le restrizioni alimentari prescritte.